Centro Eidos
Dispensa di approfondimento al Training Autogeno
Dal 1932,
anno in cui Iohannes Heinrich Schultz pubblicò la sua prima opera monografica
“Das Autogene Training”, la tecnica del Training Autogeno si è diffusa in modo
rilevante in Europa, America e Asia tanto che la letteratura oggi conta un
numero considerevole di voci riguardanti i suoi vari aspetti teorici e
applicativi. Da allora, infatti, i successivi contributi della letteratura
hanno permesso di estendere le possibilità applicative del T.A. dal campo
strettamente clinico (cioè medico e psicoterapico), per il quale la tecnica era
stata concepita, a quello non clinico (come quello sportivo e del lavoro).
Il metodo
di Schultz è definito in lingua tedesca con l’aggettivo bionomico, a significare come esso coinvolga l’individuo nella sua
unitarietà e comporti effetti percepibili sia sul piano fisiologico, che su
quello psichico. Ed è questo presupposto che spiega la specifica flessibilità
della tecnica e rende ragione, soprattutto, degli evidenti esiti positivi che
consente di ottenere, sia pure in varia misura e fatta eccezione per poche
controindicazioni o limitazioni.
Training significa “allenamento” e indica l’apprendimento,
in modo graduale, di una serie di esercizi di “concentrazione psichica passiva”,
in cui, in un modo simile a quello praticato nella meditazione, si permette alla
propria attenzione di soffermarsi sull’ascolto di specifiche sensazioni del
corpo; tali esercizi sono stati particolarmente studiati e concatenati, allo
scopo di portare progressivamente al realizzarsi di spontanee modificazioni del
tono muscolare, della funzionalità vascolare, dell’attività cardiaca e
polmonare, dell’equilibrio neurovegetativo e dello stato di coscienza.
Autogeno significa che “si genera da sé”,
in modo del tutto spontaneo; infatti, nella pratica del T.A., non si esercita
nessuno sforzo attivo di volontà, ma occorre disporsi, gradatamente e con i
tempi a ciascuno necessari, in un atteggiamento di attesa di ciò che si palesa,
per consentire l’ascolto delle sensazioni del corpo o l’emergere di immagini o toni
emotivi.
È comune constatazione che le nostre risposte a ciò che ci
accade sono sia di natura somatica che emotiva; le emozioni che l’individuo
sente in relazione ad un evento possono essere registrate nel corpo come modificazioni
fisiologiche e somatiche a vari livelli: la regolazione ormonale, biochimica, l’apparato
neuro-muscolare, cardiocircolatorio, respiratorio, digestivo, etc..
Il T.A.,
quale metodo di autodistensione, permette di scaricare le tensioni accumulate
nel corpo e generate da eventi stressogeni, sia di natura ambientale che intra-psichica.
Infatti, la pratica del T.A. ha come effetto essenziale quello di modificare la
funzionalità di alcuni sistemi somatici, facilitando la naturale
predisposizione biologica dell’organismo all’autoregolazione e
all’autonormalizzazione.
In altre parole, l’individuo diviene in grado di agire
volontariamente e direttamente sulla funzionalità dei proprio corpo (cosa che
solitamente non è in grado di fare, in assenza di training), aiutando i vari
sistemi nello svolgimento delle loro funzioni fisiologiche e eliminando gli
effetti negativi dell’iperstimolazione, determinata dai fattori di stress. Alla
distensione e al senso di benessere percepiti nel corpo, fa rimando una sensazione
di sollievo e di smorzamento nei toni emotivi (ansia, tristezza, dolore,
rabbia), che spesso placa la tensione emozionale; in questo senso, pur non
essendo un intervento psicoterapeutico, la pratica di questa tecnica diventa una
risorsa per “aiutarsi” nella gestione di stati emozionali che l’individuo sente
di non riuscire altrimenti a “reggere”.
Le
caratteristiche di questa tecnica la rendono indicata quale pratica quotidiana
che favorisce il perseguimento del benessere psico-fisico, ma, come documenta
la letteratura scientifica, trova applicazione anche come intervento per
numerosi disturbi e sollievo per sintomi di varie malattie.
EFFETTI DEL TRAINING AUTOGENO:
- - smorzamento della risonanza emotiva
- - recupero delle energie fisiche e psichiche
- - autodistensione parziale
- - catalessia
- - modificazione del vissuto cenestesico
- - regolazione vasomotoria
- - modificazione capacità mnemoniche
- - introspezione e presa di coscienza di sé
- - autoregolazione delle funzioni corporee normalmente involontarie
INDICAZIONI
(Manuale di Psichiatria, Ed. Masson; Trattato di Psicoterapia Autogena, Peresson L., Ed. Piovan)
· come
pratica quotidiana per favorire il benessere psico-fisico, anche in gravidanza,
· per
potenziare l’attività mentale, l’attenzione e la memoria,
· per la preparazione
agonistica,
· per il
controllo dell’ansia (anche prestazionale) e del dolore,
· come
intervento per numerosi disturbi psicosomatici, quali, ad esempio, insonnia,
ipertensione, asma, colite, cefalea, tic, eczemi, balbuzie, dismenorrea,
stipsi, tachicardia sinusale, oppressione toracica, disturbi digestivi
(gastrite),
· come aiuto in caso di dipendenza da fumo, alcool, cibo,
droghe.
Recenti applicazioni, dimostrano la funzionalità di questo metodo anche in altri ambiti, come ad esempio nel caso della malattia di Parkinson e nell'ambito dei problemi di infertilità e di ricorso alle tecniche di fecondazione assistita.